La salvezza individuale non è risolutiva

Sono passate alcune settimane dall’incontro online con Eraldo Affinati, scrittore, insegnante e fondatore con la moglie Anna Luce Lenzi della scuola “Penny Wirton” che offre corsi gratuiti di lingua italiana per immigrati. Un affascinante viaggio che ha affrontato temi diversi: dalla scuola, con le difficoltà causate dal Covid e l’evoluzione del rapporto tra docente e studenti esteso poi alle relazioni tra adulti e giovani, all’editoria per ragazzi.

Per Affinati la scuola ha un ruolo decisivo. In un periodo così complesso bisogna avere fiducia gli uni negli altri. La fragilità è forse il sentimento di questo tempo, perché le persone si sentono minacciate. La salvezza individuale non è risolutiva. Gli educatori devono ripartire da questo sentimento per comunicarlo agli adolescenti, sottolineando come questa fragilità abbia legato tra loro gli individui.

Lo scrittore cita la frase scritta nel retro della copertina del suo libro “I meccanismi dell’odio”: “il razzismo avvelena i pozzi e inaridisce le fonti”. Essa impedisce di riconoscere la fratellanza.

I legami, tema del festival, sono importanti. “Una persona per capire chi è – dice Affinati -, lo può fare attraverso i legami con gli altri”. E questo vale per l’insegnante, ruolo che lo scrittore ha scelto anche per risarcire, “in un certo senso, i miei genitori che non avevano potuto studiare. E come insegnante sono andato a prendere i ragazzi difficili non quelli bravi, lavorando negli istituti professionali e con gli immigrati”. Don Lorenzo Milani è il modello seguito da Affinati, che dedica al parroco di Barbiana due libri.

Lo scrittore si sofferma sull’universo della “Penny Wirton”, spiegando come i volontari siano affiancati dagli studenti delle scuole superiori per insegnare l’italiano agli immigrati, per creare un’esperienza unica di arricchimento culturale e umano reciproco.

“La scuola, quindi, non deve essere separata dalla vita ma deve diventare un luogo dove intensificare la vita stessa”, evidenzia Affinati, per il quale la diversità non è una barriera ma un valore aggiunto che favorisce un processo d’incontro e crescita tra le persone. L’empatia gioca un ruolo decisivo, specialmente tra adulto e ragazzo. “L’insegnante deve mettersi in gioco – afferma -, se vuole essere seguito e diventare un punto di riferimento”.

In un mondo che corre a velocità folle, anche per via delle nuove tecnologie digitali, spesso si dimentica che la conoscenza richiede uno sforzo. “L’informazione rappresenta solo il primo stadio della conoscenza, – aggiunge -. Occorre fare esperienza per conoscere. E fare esperienza è fatica”.

Infine spazio all’editoria per ragazzi, un mondo che Affinati ha toccato con due libri: “L’11 settembre di Eddy il ribelle”, una favola illustrata per raccontare ai bambini l’attentato delle Torri Gemelle, e “Il sogno di un’altra scuola”, sulla figura di Don Milani. E con il testo “Italiani anche noi: corso d’italiano per stranieri”, ricco di illustrazioni per facilitare l’apprendimento della lingua agli immigrati, con particolare attenzione per i più piccoli.

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